Citazione: Falco S., Del Rosso A., Verderosa L., Napolano F., Ferranini A., Dario R., Di Leone G. Osservazioni e criticità tra direttiva europea 2013/59/euratom e legge regione puglia 30/2016 per l'esposizione a radiazione naturale derivante dal radon : spunti di riflessione nell'ottica dell'aggiornamento e coerenza normativa80° Congresso Nazionale SIMLII in GIMLE luglio-settembre 2017 Issn 1592-7830, Volume XXXIX, N.3, supplemento
Abstract: L'esposizione a radon ed ai suoi prodotti di decadimento con emissione di radiazioni ionizzanti presenti nell'aria è stimata essere una delle principali cause di tumore polmonare, dopo il fumo di sigaretta, per l'esposizione di origine non sanitaria. Studi epidemiologici mondiali, sia su lavoratori professionalmente esposti (es. miniere sotterranee) che nella popolazione generale esposta nelle abitazioni, poste in suolo di zone già classificate a rischio e/o costruite con uso di materiali contaminati e cementi pozzolanici di origine vulcanica, hanno fornito stime dei rischi sanitari associati alla esposizione a radon. Il quadro normativo italiano e regionale che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti è quanto meno variegato: dal D.lgs 230/95 e s.m.i. per gli obblighi dei datori di lavoro verso i lavoratori esposti alle radiazioni ionizzanti, alle Raccomandazioni ICRP (International Commission on Radiological Protection) n. 103 del 2007 per la protezione radiologica dell'uomo e dell'ambiente dalle radiazioni ionizzanti. Parimenti va considerato il Piano Nazionale Radon, risalente al 2002, ed il successivo programma del 23 maggio 2004 con l'avvio del progetto di Piano Nazionale Radon per la riduzione del rischio di tumore polmonare in Italia. Infine si segnala la pubblicazione in GUCE della Direttiva 2013/59/EURATOM il cui campo di applicazione è ampio, spaziando dalla fabbricazione, produzione, lavorazione, manipolazione e smaltimento di materiali radioattivi, sino alle attività umane implicanti la presenza di sorgenti di radiazioni naturali, che determinano un significativo aumento dell'esposizione ai lavoratori o di individui della popolazione. Si precisa che gli stati membri della Comunità potranno conformarsi alla direttiva entro il 6 febbraio 2018. In questo quadro normativo si colloca la recente Legge Regionale n. 30 emanata dalla Regione Puglia il 3 novembre 2016 in materia di riduzione dalla esposizione alla radioattività naturale derivante da gas radon in ambiente confinato 'aperto al pubblico'. Ci proponiamo un confronto critico sulle possibili fasce di rischio (basso, medio e alto) in funzione dei valori osservati con le relative grandezze dosimetriche; tali criticità saranno confrontate con i limiti più restrittivi previsti per particolari attività di lavoro nonché per le nuove costruzioni. Tra gli obiettivi finali ci sono anche l'aggiornamento della banca dati delle misure di radon per la georeferenziazione dei siti a più alto rischio e la realizzazione e la gestione delle iniziative di prevenzione, così come descritto in precedenti studi di settore. Nel successivo approfondimento prevediamo di inserire tabelle con la distribuzione dei valori dichiarati in diversi ambienti con la loro destinazione d'uso; i relativi valori di riferimento appaiono sin d'ora, notevolmente diversi rispetto alle varie normative di riferimento. Il nostro lavoro si incardina su un più ampio progetto di monitoraggio passivo di cancerogeni ambientali della durata di un anno, il cui avvio ha già mostrato alcune criticità, quali l'individuazione della figura dell’esercente, rispetto la consueta definizione di datore di lavoro che sia il T.U. 81/08 che il D.Lgs 230/95 ci propone.